AREZZO, (lunedì 30 settembre 2024) – Nel centenario della nascita di Franco Basaglia, l’Università di Siena, con la collaborazione della Provincia di Arezzo, ha organizzato la mostra “Arte ai margini. Livio Poggesi e l’atelier di pittura dell’ospedale psichiatrico di Arezzo, 1958-1978”, a cura di Luca Quattrocchi e Paolo Torriti docenti dell’Ateneo.
L’esposizione è visitabile, fino al 27 ottobre, ad ingresso gratuito dal giovedì alla domenica, dalle ore 10 alle ore 18, presso l’Atrio d’onore del Palazzo della Provincia e la Galleria Ricasoli (via Ricasoli 34).
Questa mostra promossa dall’Università di Siena, che nella sua sede aretina occupa il complesso di edifici dell’ex Ospedale neuropsichiatrico, ricostruisce la vicenda ventennale dell’atelier, sulla base della cospicua documentazione e delle molte opere realizzate dai pazienti attualmente conservate nell’archivio dell’Ateneo.
L’iniziativa è realizzata nell’ambito delle attività del Dipartimento di Scienze Storiche e dei Beni Culturali e del Dipartimento di Filologia e Critica delle Letterature Antiche e Moderne dell’Ateneo senese.
Si deve al dottor Furio Martini l’iniziativa, nel 1958, di aprire un atelier di pittura destinato ai ricoverati dell’Ospedale neuropsichiatrico di Arezzo: una sperimentazione clinica e psicoterapeutica all’avanguardia nell’Italia di quegli anni. Martini coinvolge come “maestro” nell’atelier l’amico Franco Villoresi, pittore affermato sulla scena romana che da poco si era trasferito nella campagna aretina.
Negli anni Cinquanta, infatti, il riconoscimento diagnostico, terapeutico e, non ultimo, artistico delle opere dei ricoverati portò alla nascita di diversi ateliers. All’interno di tali laboratori si utilizzavano le attività artistiche come mezzo preventivo, terapeutico, riabilitativo e di mantenimento del benessere psico-fisico dei malati di mente. In breve tempo, tuttavia, l’arte dei pazienti divenne una forma riconosciuta di espressione creativa.
Alle opere conservate dall’Ateneo, attraverso una paziente ricerca, numerose altre se ne sono aggiunte, generosamente messe a disposizione per la mostra dagli eredi dei ricoverati e da collezionisti privati. Precedute da una sezione introduttiva dedicata a Villoresi, le oltre ottanta opere in mostra sono state create da pazienti disinteressati al mercato e spesso indifferenti alla altrui comprensione e approvazione; opere nate probabilmente con un unico destinatario: il suo autore nel momento in cui le realizzava. Tra le diverse personalità di “artisti ai margini” di cui è stato possibile ricostruire il profilo, spicca quella di Livio Poggesi, alla cui produzione, stupefacente per qualità e inventiva, è dedicata una ricca sezione monografica a chiusura della mostra. I dipinti di Livio Poggesi riflettono i turbamenti emozionali e sentimentali della sua vita: sogni, ricordi, angosce e visioni ci vengono trasmesse attraverso le sue tele. Opere libere da ogni eredità formale e da ogni influenza culturale e stilistica; creazioni che vanno oltre le nostre consuetudini e i nostri modelli, che superano pertanto i confini della critica, ma che reclamano forte la loro appartenenza all’universo dell’arte.
-La Redazione
Last modified: Settembre 30, 2024