MONTE SAN SAVINO, (giovedì 17 ottobre 2024) – Prima di stagione con prima nazionale per il Teatro Verdi di Monte San Savino che apre il sipario su uno tra gli spettacoli più attesi del 2024/25: “Matteotti – anatomia di un fascismo” di Stefano Massini con Ottavia Piccolo e I Solisti dell’Orchestra Multietnica di Arezzo. L’appuntamento in teatro, con la festa delle grandi occasioni e di un nuovo inizio, è fissato per martedì 22 ottobre alle ore 21:15. L’evento è a cura di Comune di Monte San Savino, Fondazione Toscana Spettacolo onlus, Officine della Cultura e A.S. Monteservizi.
“Matteotti – anatomia di un fascismo” ripercorre l’ascesa e l’affermazione di quel fenomeno eversivo che Matteotti seppe comprendere, fin dall’inizio, in tutta la sua estrema gravità, a differenza di molti che non videro o non vollero vedere. Giacomo Matteotti – l’oppositore, il pacifista, lo studioso, l’amministratore, il riformista, il visionario – prese la parola, pubblicamente e instancabilmente, nei suoi molti scritti e nei suoi moltissimi discorsi: una parola chiara, veritiera, fondata sui fatti, indiscutibile. Una parola che smaschera. Tempesta, così lo chiamavano. Uno col sangue caldo. A cento anni di distanza dall’assassinio di Giacomo Matteotti è il teatro, è la musica, sono le parole di Stefano Massini, la voce di Ottavia Piccolo, i suoni de I Solisti dell’Orchestra Multietnica di Arezzo – Massimiliano Dragoni (hammer dulcimer, percussioni), Luca Roccia Baldini (basso), Massimo Ferri (chitarra), Gianni Micheli (clarinetto basso), Mariel Tahiraj (violino), Enrico Fink (flauto, ewi) che firma anche la composizione delle musiche – a prendersi l’impegno di parlare.
«“Matteotti – anatomia di un fascismo” è un racconto popolare contemporaneo che indaga sul fenomeno fascista, mettendo a fuoco una serie di elementi cruciali e caratterizzanti, il cui esito finale (l’eliminazione violenta del corpo dell’oppositore, quale soggetto rivelatore della realtà dei fatti), corrisponde del tutto alla sua vera natura originaria, al suo inizio – così racconta Sandra Mangini, regista dello spettacolo. – La persistenza di questo stesso fenomeno, nel tempo e nello spazio, in forme vecchie e nuove, ci porta a considerare quanto sia indispensabile, oggi più che mai, occuparsi della cosa pubblica, del bene pubblico, guidati da un pensiero costruttivo, legalitario, partecipativo, paritario, realistico, competente, attraverso atti e parole chiare, come quelle di Giacomo Matteotti e di sua moglie Velia».
La produzione, firmata da Argot Produzioni e Officine della Cultura in co-produzione con Fondazione Sipario Toscana Onlus – La città del Teatro, Teatro delle Briciole – Solares Fondazione delle Arti e Teatro Stabile dell’Umbria, realizzata con il contributo di Ministero della Cultura e Regione Toscana e in collaborazione con Infinito Produzioni, vede inoltre i video di Raffaella Rivi, la scena di Federico Pian, le luci di Paolo Pollo Rodighiero, i costumi a cura di Lauretta Salvagnin, le foto di scena di Antonio Viscido.
-La Redazione
Last modified: Ottobre 17, 2024