Arezzo (venerdì 31 gennaio 2025) — Alessandro Sacchi, 80 anni, accusato dell’omicidio della moglie Serenella Mugnai, 73 anni, avvenuto nel giugno 2024, ha avanzato richiesta di giustizia riparativa e ha offerto un risarcimento economico. L’uomo ha ucciso la consorte con un colpo di pistola, un gesto riconducibile – secondo la perizia – allo stress accumulato a causa della malattia della donna, affetta da Alzheimer, che aveva stravolto la quotidianità della coppia.
di Alice Grieco
Il processo, in corso presso la Corte d’Assise, è stato sospeso per permettere ai giudici di valutare l’istanza di giustizia riparativa, un percorso previsto dalla riforma Cartabia che potrebbe influire sulla determinazione della pena. L’iniziativa, che si svolgerebbe all’interno di un’associazione attiva nel mondo femminile, rappresenta una possibilità per modulare la condanna. Parallelamente, la difesa di Sacchi ha annunciato l’intenzione di devolvere una somma economica a un’associazione benefica, un gesto mirato all’ottenimento di attenuanti. Nel processo, infatti, non è stata costituita alcuna parte civile.
Durante l’udienza, alcuni testimoni, tra cui vicini di casa e amici della coppia, hanno descritto il rapporto solido tra i due coniugi, evidenziando però un cambiamento negli ultimi tempi. Secondo le ricostruzioni, l’omicidio è avvenuto a seguito di un banale litigio, culminato con lo sparo fatale alla testa della donna. Successivamente, Sacchi si è consegnato alle autorità.
La difesa ha presentato la testimonianza di una psichiatra, che ha illustrato in termini scientifici il quadro clinico dell’imputato, evidenziando episodi “sentinella” e sottolineando come il gesto sia stato una reazione estrema a uno stato di stress patologico. Una perizia della procura ha riconosciuto a Sacchi la semi-infermità mentale, garantendogli così una riduzione della pena. Tuttavia, il giudizio abbreviato, che avrebbe potuto diminuire ulteriormente la condanna, è stato negato.
La prossima udienza è fissata per il 24 febbraio, giornata in cui la corte si esprimerà sulla richiesta di giustizia riparativa e ascolterà l’ultimo testimone, prima di giungere alle conclusioni del pubblico ministero Marco Dioni e degli avvocati Piero Melani Graverini e Stefano Sacchi. Seguirà la sentenza definitiva.
Attualmente, Alessandro Sacchi è in libertà, poiché il giudice per l’udienza preliminare ha stabilito l’assenza di esigenze cautelari. L’obiettivo della difesa è contenere la condanna al di sotto dei 10 anni di reclusione, una pena significativamente inferiore rispetto all’ergastolo previsto dal Codice Penale per omicidio volontario, qualora non venisse riconosciuto il vizio parziale di mente.
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