Arezzo (martedì 18 marzo 2025) — In Italia, la maternità surrogata è considerata un reato universale, perseguibile anche se praticata all’estero. Questo pone una serie di interrogativi per le coppie che hanno scelto di ricorrere a questa tecnica in paesi in cui è legale, come gli Stati Uniti.
di Alice Grieco
È il caso di una coppia omosessuale di Arezzo, composta da due professionisti tra i 30 e i 40 anni, che ha avuto un figlio attraverso la gestazione per altri (GPA) in California. Ora, di fronte alla nuova normativa, si interrogano sulle modalità per rientrare in Italia senza rischiare ripercussioni legali.
Attualmente, la coppia si trova di fronte a due possibilità:
- Rimanere nell’anonimato, dichiarando il neonato come figlio del solo padre biologico. Questa scelta eviterebbe il rischio di azioni legali immediate, ma comporterebbe l’esclusione del partner non biologico da ogni diritto genitoriale sul bambino. Ciò potrebbe creare problemi futuri legati alla tutela legale del minore e alla stabilità familiare.
- Autodenunciarsi alle autorità, affrontando un processo penale con il rischio di fino a due anni di carcere e una multa fino a 600.000 euro. In questo scenario, il legale della coppia, Gianni Baldini, esperto in diritti civili e procreazione assistita, ha annunciato l’intenzione di sollevare una questione di incostituzionalità della norma davanti alla Corte Costituzionale.
La legge italiana sulla maternità surrogata ha sollevato un acceso dibattito tra giuristi, associazioni per i diritti civili e sostenitori della famiglia tradizionale. Secondo alcune analisi, la norma potrebbe entrare in contrasto con i diritti fondamentali e le convenzioni internazionali, penalizzando ingiustamente famiglie che scelgono di ricorrere a tecniche di procreazione assistita lecite all’estero.
Tuttavia, i sostenitori della legge ritengono che la genitorialità debba basarsi esclusivamente su un modello eterosessuale, ritenendo che la maternità surrogata violi il principio secondo cui un bambino deve nascere da un uomo e una donna.
Secondo le statistiche, ogni anno circa 250 coppie italiane ricorrono alla maternità surrogata all’estero. Nel 90% dei casi si tratta di coppie eterosessuali, ma il fenomeno riguarda anche coppie omosessuali che desiderano formare una famiglia.
L’evoluzione giuridica della questione potrebbe avere implicazioni significative per il diritto di famiglia in Italia, influenzando il dibattito su fecondazione assistita, diritti LGBTQ+ e riconoscimento della genitorialità.
Il caso della coppia di Arezzo rappresenta un precedente significativo nell’ambito della maternità surrogata in Italia, sollevando importanti interrogativi legali ed etici. Il dibattito su questa tematica rimane aperto, con possibili ripercussioni sul piano giuridico e sociale nei prossimi anni.
Tag: coppia gay, GPA, legislazione italiana, maternità surrogata Last modified: Marzo 18, 2025