Arezzo (mercoledì 16 aprile 2025) – In un contesto di crescente attenzione alla sostenibilità ambientale e alla coesistenza tra attività umane e fauna selvatica, la storia di Caterina Blasi rappresenta un esempio emblematico di integrazione tra scienza, tradizione e innovazione. Nata ad Arezzo e prossima ai trent’anni, Blasi è una delle sei partecipanti alla scuola per pastori attiva da due settimane nel territorio del Casentino, in Toscana. La sua esperienza professionale e accademica riflette un approccio innovativo alla pastorizia, fondato sulla convivenza tra il lupo e le attività zootecniche tradizionali.
di Alice Grieco
Laureata in Scienze faunistiche, educatrice cinofila formata secondo il metodo Siua, Blasi collabora con la Regione Toscana nel monitoraggio dei lupi e conduce una costante attività di divulgazione e sensibilizzazione, anche attraverso i social media, a favore della tutela del lupo appenninico (Canis lupus italicus). Il suo percorso ha suscitato interesse proprio per l’apparente paradosso tra la sua militanza a difesa del predatore e la scelta di formarsi come pastora.
«Lupo e pecore non sono realtà inconciliabili» – spiega Blasi – «La chiave è nella prevenzione e nella conoscenza reciproca. La presenza del lupo è aumentata negli ultimi decenni, anche nelle aree di fondovalle. Per questo, oggi più che mai, è fondamentale adottare strategie efficaci per la protezione del bestiame, evitando approcci conflittuali».
Tra le misure preventive indicate da Blasi vi sono:
- la realizzazione di ricoveri notturni sicuri per gli animali,
- l’utilizzo di recinzioni adeguate,
- l’impiego di cani da guardiania correttamente addestrati.
Queste pratiche, sempre più promosse anche a livello istituzionale, rappresentano strumenti essenziali per garantire una convivenza sostenibile tra allevatori e fauna selvatica.
L’interesse per la pastorizia è nato in Blasi attraverso un progetto condotto nel Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, finalizzato a supportare i pastori nelle attività quotidiane. Oggi, oltre alla partecipazione alla scuola per pastori, collabora con DifesAttiva, associazione che fornisce consulenza tecnica agli allevatori su:
- gestione efficace dei cani da protezione,
- adozione di buone pratiche di prevenzione,
- valorizzazione dell’agricoltura e dell’allevamento estensivo.
La scuola per pastori, organizzata con il supporto del Parco Nazionale, prevede un articolato percorso teorico e pratico. «Abbiamo appena iniziato – racconta Blasi – ma presto affronteremo il tirocinio direttamente sul campo, a stretto contatto con le realtà locali».
Il dato interessante è che la maggioranza dei partecipanti al corso sono donne. Un fenomeno che Blasi interpreta come parte di un cambiamento culturale: «Oggi le donne sono più libere di esprimere la propria vocazione. Del resto, anche in passato la pastorizia non è mai stata esclusivamente maschile».
Tra gli obiettivi futuri, Blasi auspica di poter lavorare come tecnico specializzato al fianco degli allevatori, oppure, un giorno, ritirarsi in montagna per produrre formaggi artigianali. Il suo percorso ha già attirato l’attenzione internazionale: recentemente, la rete televisiva tedesca Deutsche Welle (DW) ha realizzato un servizio sul progetto della scuola per pastori, contribuendo a diffondere il messaggio di una pastorizia rinnovata, consapevole e in armonia con la biodiversità.
Tag: Caterina Blasi, DifesAttiva, pastorizia, scienze faunistiche Last modified: Aprile 16, 2025