Arezzo (venerdì 18 aprile 2025) — Si è ufficialmente conclusa l’istruttoria dibattimentale relativa al processo per la tragica morte dei due impiegati dell’Archivio di Stato di Arezzo, Piero Bruni e Filippo Bagni, deceduti per asfissia da gas Argon nel settembre 2018. Dopo 33 udienze, la sentenza è attesa per il prossimo 15 maggio 2025, quando il giudice Angela Margheri si pronuncerà sulla complessa vicenda che ha scosso la pubblica amministrazione e sollevato interrogativi sulla gestione della sicurezza nei luoghi di lavoro pubblici.
di Alice Grieco
Nel procedimento risultano imputate undici persone, a vario titolo, per il reato di omicidio colposo, sulla base delle accuse mosse dal pubblico ministero Laura Taddei. La Procura contesta una catena di omissioni, negligenze e imperizie che avrebbero contribuito al malfunzionamento dell’impianto antincendio a gas in dotazione allo stabile, situato nel centro storico della città.
Secondo l’accusa, il sistema automatico di spegnimento a gas Argon – progettato per attivarsi in caso di incendio – si sarebbe attivato in assenza di fiamme, rilasciando il gas in un ambiente chiuso, senza che fosse stato previsto un sistema di evacuazione sicuro o un’adeguata informazione preventiva per il personale. Il pm ha chiesto dieci condanne, con pene che arrivano fino a un massimo di due anni di reclusione.
Il contesto processuale e i nodi ancora irrisolti
Nel corso delle udienze, sono stati ascoltati testimoni chiave, tra cui tecnici, funzionari del Ministero della Cultura e del Segretariato Generale, progettisti, responsabili della manutenzione degli impianti e addetti alla sicurezza. Due i direttori dell’Archivio di Stato che si sono succeduti nel tempo e che hanno fornito le loro versioni dei fatti.
L’avvocato Simone De Fraja, difensore del direttore dell’Archivio all’epoca dei fatti, ha definito il procedimento “lungo, complesso e denso di interrogativi”, sottolineando come molti aspetti cruciali della vicenda siano rimasti privi di risposte certe.
Al centro del dibattimento, il progetto e la realizzazione dell’impianto antincendio, un iter segnato da ritardi, sovrapposizioni normative e scarsa attenzione alla salute dei lavoratori. Secondo De Fraja, non figurano tra gli imputati soggetti istituzionali chiave come il progettista originario dell’impianto o il Ministero, titolare delle funzioni di datore di lavoro nei confronti del personale deceduto.
I dubbi sulla gestione della sicurezza
Ulteriore punto critico sollevato dalla difesa riguarda il ruolo della ditta incaricata tramite convenzione Consip, responsabile della gestione della sicurezza in virtù di un appalto pubblico. La mancata effettuazione di adeguati sopralluoghi, la redazione carente del documento di valutazione dei rischi e presunte irregolarità tecniche – come una valvola installata al contrario o un vetrino rotto – sono tra i fattori che potrebbero aver contribuito all’accaduto.
Resta infine centrale un interrogativo inquietante: “Perché il gas Argon è stato rilasciato senza che vi fosse un incendio in corso?” La difesa mette in dubbio l’efficacia e la tempestività delle indagini tecniche, iniziate ben quattro mesi dopo la tragedia, con il rischio che siano andati perduti elementi probatori rilevanti.
Verità processuale e attese delle famiglie
“Alla scrivania del Giudice – osserva De Fraja – si accumulano faldoni, relazioni peritali e memorie difensive: una mole documentale destinata a orientare la ricerca della verità processuale, che tuttavia giunge tardivamente, a distanza di anni dalla morte di due stimati lavoratori.” Il legale ha inoltre ricordato come il personale dell’Archivio fosse composto da un numero ristretto di dipendenti, “una piccola famiglia”, profondamente colpita dalla tragedia.
Le famiglie delle vittime attendono ora una sentenza che faccia chiarezza su una vicenda definita da molti come “assurda e senza precedenti”, nella speranza che venga finalmente riconosciuta la responsabilità penale per una morte sul lavoro che poteva – e doveva – essere evitata.
Tag: Archivio di Stato, Argon, indagini Last modified: Aprile 18, 2025