Scritto da 7:24 pm Arezzo, Attualità

Castiglion Fiorentino: crollo delle nascite, la comunità è a un bivio demografico

CASTIGLION FIORENTINO (sabato 9 novembre 2024) – Un’inquietante tendenza si sta facendo strada a Castiglion Fiorentino, e non solo: il numero di nascite è in caduta libera, confermando la preoccupante emergenza demografica che sta travolgendo il paese. Nel 2023, infatti, sono stati solo 68 i nuovi nati, un crollo netto rispetto ai 94 e 83 del biennio precedente. Un dato che riflette un fenomeno ben più ampio, che colpisce non solo il piccolo comune toscano, ma l’intera Italia.

di Monia Settimi

Se da un lato i decessi hanno registrato una leggera flessione rispetto ai picchi tragici degli anni precedenti (146 morti, numeri più contenuti rispetto al 2021 e 2022), dall’altro il quadro complessivo resta sconfortante. Il paese è invecchiato, e la sua componente giovane continua a diminuire. I dati Istat parlano chiaro: un drastico calo delle nascite di 13.000 unità rispetto al 2022, con un totale di 379.890 nuovi nati nel 2023. Una tendenza che sembra destinata a peggiorare, se si guarda all’andamento dei primi mesi del 2024, con ben 4.600 nascite in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

«Fattori socio-economici devastanti stanno alla base di questo crollo. Tra stipendi che non permettono di fare progetti a lungo termine, il lavoro precario, l’inflazione che galoppa e il costo della vita che non accenna a diminuire, le famiglie si trovano in difficoltà – spiega Stefania Franceschini, assessore alle Politiche Sociali di Castiglion Fiorentino –Non possiamo ignorare il timore che le donne hanno di perdere il posto di lavoro se decidono di avere figli. Questo sta erodendo il tessuto sociale della nostra comunità».

Eppure, nonostante l’emergenza, il Comune non resta con le mani in mano: nuove infrastrutture per l’infanzia come il nido Trilly a Brolio e il polo 0-6 (in fase di completamento) sono in arrivo, destinati a alleviare la situazione, almeno in parte.

Franceschini mette in evidenza, in particolar modo, una crisi culturale che potrebbe essere ancora più grave: «Abbiamo bisogno di un cambio di mentalità. La famiglia deve tornare a essere il cuore pulsante della nostra società. Se non affrontiamo seriamente questa crisi demografica, non solo il welfare sarà compromesso, ma l’intera struttura della nostra società rischierà di crollare».

Un futuro incerto, dunque, in cui il Comune è chiamato a rispondere non solo con politiche sociali, ma con una vera e propria rivoluzione culturale. Se non si invertisse questa rotta, il rischio è che i giovani diventino una specie protetta, mentre il sistema pensionistico e i servizi pubblici sarebbero destinati a sfaldarsi, lasciando il paese a vivere in un perenne declino demografico.

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Last modified: Novembre 9, 2024
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