La giornalista italiana Cecilia Sala, 29 anni, si trova da nove giorni in isolamento nel carcere di Evin a Teheran, Iran. Il suo arresto, avvenuto il 19 dicembre 2023, è stato reso noto solo ieri attraverso un comunicato ufficiale del Ministero degli Esteri italiano. L’episodio si inserisce in un contesto di tensioni diplomatiche internazionali, aggravate dall’arresto in Italia di un cittadino iraniano su mandato degli Stati Uniti.
di Alice Grieco
La posizione del Governo italiano
Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, segue personalmente la vicenda fin dal giorno del fermo. In un comunicato ufficiale, Palazzo Chigi ha dichiarato: “L’obiettivo prioritario è il rapido ritorno in Italia di Cecilia Sala. In accordo con la famiglia della giornalista, sono state attivate tutte le interlocuzioni necessarie, nel rispetto della cautela che si richiede anche ai media italiani.”
Cecilia Sala e il suo legame con l’Iran
Redattrice del quotidiano Il Foglio e autrice di podcast per Choramedia, Sala era tornata in Iran il 12 dicembre con un regolare visto giornalistico. La giornalista, esperta del contesto iraniano, aveva previsto di rientrare in Italia il 22 dicembre. Tuttavia, il 21 dicembre, non avendo sue notizie, i familiari e i colleghi hanno allertato l’Unità di Crisi del Ministero degli Esteri. Sala è riuscita a contattare la madre e il compagno, confermando di essere stata arrestata e chiedendo di attivarsi per la sua liberazione.
Condizioni di detenzione e reazioni politiche
Secondo fonti ufficiali, Sala sarebbe in buone condizioni fisiche. L’ambasciatrice italiana a Teheran ha potuto visitarla nel carcere di Evin, noto simbolo della repressione politica iraniana. Al momento, le accuse mosse contro di lei non sono state rese note.
L’arresto di Cecilia Sala ha sollevato preoccupazioni sia in ambito politico sia tra gli attivisti per i diritti umani. La leader del Partito Democratico, Elly Schlein, ha dichiarato: “Esortiamo il Governo a intraprendere ogni iniziativa utile per fare luce su questa vicenda e riportare Cecilia in Italia al più presto.” Il Ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha aggiunto: “L’Italia lavora incessantemente per garantire la sicurezza dei suoi cittadini.” Anche l’attivista egiziano Patrick Zaki ha espresso solidarietà sui social media, scrivendo: “Il giornalismo non è un crimine.”
Il contesto internazionale: il caso di Mohammad Abedini Najafabadi
L’arresto di Sala potrebbe essere collegato alla detenzione in Italia di Mohammad Abedini Najafabadi, un cittadino iraniano di 38 anni fermato il 16 dicembre all’aeroporto di Malpensa su mandato della giustizia americana. Abedini è accusato di aver violato le leggi statunitensi sull’esportazione di componenti elettronici sofisticati verso l’Iran e di supporto a organizzazioni terroristiche.
Gli Stati Uniti hanno formalizzato la richiesta di estradizione per Abedini, che attualmente si trova nel carcere di Opera a Milano sotto regime di alta sicurezza. La decisione sull’estradizione spetterà alla Corte d’Appello di Milano e, in ultima istanza, al Ministero della Giustizia italiano.
La posizione degli Stati Uniti
Il Dipartimento di Stato americano ha dichiarato di seguire attentamente il caso Sala, sottolineando come l’Iran utilizzi spesso detenuti stranieri come leva politica. “Esortiamo al rilascio immediato e incondizionato di tutti i prigionieri detenuti ingiustamente in Iran. I giornalisti devono essere protetti mentre svolgono il loro lavoro fondamentale,” ha affermato un portavoce.
La detenzione di Cecilia Sala rappresenta un caso emblematico delle tensioni geopolitiche tra Iran, Italia e Stati Uniti. L’attenzione resta alta, con aggiornamenti costanti sulla situazione, mentre il Governo italiano lavora per riportare Sala a casa e garantire il rispetto dei diritti umani e della libertà di stampa.
Tag: arresto, ceciliasala, iran, teheran Last modified: Dicembre 29, 2024