Qual è la giusta punizione per un uomo di 80 anni che, dopo una vita impeccabile accanto alla sua donna, esasperato dalla malattia di lei, prende una pistola, gliela punta contro e la uccide? Questo è il difficile quesito che spetta ai giudici togati e popolari della Corte d’Assise di Arezzo, dove oggi, alle ore 9, presso la Vela del tribunale, si presenta Alessandro Sacchi. L’uomo è imputato per l’omicidio volontario della moglie Serenella Mugnai, aggravato dal rapporto coniugale.
di Alice Grieco
Si tratta, in teoria, di un reato che prevede l’ergastolo. Tuttavia, la perizia psichiatrica ha stabilito che, al momento del fatto, avvenuto nell’abitazione di viale Giotto, la capacità di intendere e di volere di Sacchi era ridotta a causa dello stress accumulato per il peggioramento dell’Alzheimer della moglie. In casi come questo, la legge prevede uno sconto di pena per il parziale vizio di mente, oltre alle attenuanti legate all’assenza di precedenti penali e alla condotta irreprensibile dell’imputato.
A quanto ammonterà dunque la condanna finale? La sentenza sarà un banco di prova per bilanciare la giustizia con la comprensione delle circostanze straordinarie che hanno portato a questa tragedia familiare.
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