Castiglion Fiorentino (sabato 26 aprile 2025) — Durante l’ultima apparizione pubblica di Papa Francesco in occasione della Santa Pasqua, in Piazza San Pietro, un momento di intensa partecipazione emotiva ha colpito l’attenzione dei fedeli e dei media internazionali. A rendere possibile uno dei gesti simbolicamente più forti di quella giornata – l’abbraccio e la benedizione di un bambino da parte del Pontefice – è stato un agente del Corpo della Gendarmeria Vaticana, originario della provincia di Arezzo.
di Alice Grieco
Si tratta del dirigente Massimo Roggi, membro di spicco della Gendarmeria Vaticana guidata dal comandante Gianluca Broccoletti. Roggi, pur essendo nato a Roma, conserva profonde radici familiari a Castiglion Fiorentino, in Valdichiana, paese di origine del padre Dario e culla storica della famiglia Roggi, da generazioni legata alla frazione di Santa Lucia.
La figura di Massimo Roggi incarna il ponte tra la tradizione familiare e il servizio alla Santa Sede. Suo padre, Dario Roggi, oggi ultraottantenne, lasciò Castiglioni in giovane età per trasferirsi a Roma, dove ha svolto per una vita l’attività artigianale specializzandosi nella costruzione e manutenzione di tavoli da biliardo. Nonostante il trasferimento, il legame con il territorio d’origine non è mai venuto meno: i Roggi hanno continuato a tornare regolarmente a Castiglion Fiorentino, portando con sé – simbolicamente – rosari benedetti in Vaticano da donare a parenti e amici.
Questo profondo senso di appartenenza è stato rinnovato anche in momenti dolorosi, come le esequie dello zio Arnaldo, cui padre e figlio hanno partecipato insieme nel dicembre scorso.
La carriera di Massimo Roggi si distingue per impegno, discrezione e dedizione al servizio del Santo Padre. Dopo un’esperienza iniziale nella Polizia di Stato, ha scelto di entrare nella Gendarmeria Vaticana, distinguendosi al fianco di due Pontefici: Benedetto XVI e, in seguito, Papa Francesco. Apprezzato per le sue doti umane e professionali, ha conquistato la stima di cardinali e superiori, fino a essere considerato una delle figure chiave nella sicurezza personale del Papa. È stato proprio Papa Francesco a battezzare i figli di Roggi, un segno di un legame umano oltre che professionale.
Nel delicato ruolo di “angelo custode” del Pontefice, Roggi opera in contesti complessi e imprevedibili, richiedenti prontezza, intuizione e vigilanza costante – qualità imprescindibili per garantire la sicurezza del Santo Padre, soprattutto con un Papa come Francesco, incline al contatto diretto e spontaneo con i fedeli.
Il momento emblematico ripreso dalle televisioni e circolato sui social media – Papa Francesco visibilmente provato ma ancora capace di un gesto affettuoso verso un bambino – resterà impresso nella memoria collettiva. Accanto al Santo Padre, visibile nelle immagini, vi è Massimo Roggi, che solleva con delicatezza il piccolo fedele e lo avvicina al Pontefice. Un gesto che, in pochi attimi, ha saputo esprimere un’intensa umanità, rendendo tangibile il legame tra la fede, il servizio e le radici.
Tag: gendarmeria vaticana, gesto simbolico, massimo roggi Last modified: Aprile 26, 2025