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San Pancrazio di Bucine celebra il 25 Aprile: la testimonianza di Enzo Panzieri, superstite della strage nazifascista del 1944

San Pancrazio di Bucine (venerdì 25 aprile 2025) — Nel giorno della Festa della Liberazione, l’Italia si raccoglie nella memoria delle sue ferite più profonde. Tra i testimoni ancora viventi delle atrocità perpetrate dal regime nazifascista, Enzo Panzieri – sopravvissuto alla strage di San Pancrazio di Bucine del 29 giugno 1944 – rievoca con lucidità e dolore una delle pagine più tragiche della storia locale.

di Alice Grieco

All’età di appena sei mesi, Panzieri perse ben tredici familiari, tra cui il padre, il nonno e lo zio. Oggi, a ottant’anni dalla Liberazione nazionale, la sua voce si fa eco di un lutto mai sopito ma trasformato in impegno civile e testimonianza. A San Pancrazio, luogo dell’eccidio, sorge oggi il Museo della Memoria, simbolo di resilienza e presidio educativo permanente.

Come ogni anno, la commemorazione si svolge nel luogo in cui si consumò la strage, con la deposizione di una corona d’alloro alla presenza delle autorità civili e militari. Quest’anno, nel contesto dell’80° anniversario della Liberazione, le celebrazioni assumono un significato ancora più profondo, rinnovando l’impegno per la trasmissione della memoria storica alle nuove generazioni.

«Avevo sei mesi – racconta Panzieri – e persi tutti: mio padre, mio nonno, mio zio. Il nostro cognome compare tredici volte sulla lapide al cimitero. È difficile immaginare un dolore familiare più grande. Mia madre riuscì a sopravvivere e mi salvò, nutrendomi con il latte di una capra trovata nel bosco. Anche quella, in seguito, fu uccisa da una scheggia. La ricostruzione fu dura: rimasero solo le donne, sulle cui spalle ricadde tutto il peso. Gli uomini vennero trucidati e le case rase al suolo. Il paese era distrutto.»

Oggi Enzo Panzieri dedica gran parte della sua vita al dialogo con i giovani. «Parlo spesso con gli studenti, racconto ciò che è accaduto per far comprendere l’orrore e impedire che si ripeta. Anche quest’anno ho partecipato a diversi incontri nelle scuole. Sono intervenuto davanti a 7-8 classi, ognuna con 25-30 ragazzi. Espongo i fatti con sincerità, anche nei dettagli più dolorosi. A volte concludo dicendo: “Vi porterei volentieri al Luna Park, ma prima dovete conoscere la realtà da cui veniamo.”»

Nel 1988, in riconoscimento del suo impegno civile, il Presidente della Repubblica gli ha conferito l’onorificenza di Cavaliere.

Uno dei progetti simbolo della rinascita di San Pancrazio è il Roseto della Memoria, situato nel luogo dell’eccidio. «Subito dopo la strage – racconta Panzieri – l’area fu recintata dalla proprietà della fattoria e resa inaccessibile per oltre quindici anni. Quando gli orfani crebbero, si ribellarono pacificamente e riuscirono a entrare nel luogo dove erano stati uccisi i loro cari. Solo allora iniziarono i lavori di scavo per il recupero dei resti e la loro degna sepoltura.»

Successivamente, l’area passò sotto la gestione del Comune di Bucine. Da lì ebbe inizio il processo di riqualificazione che ha portato alla realizzazione del Sacrario, del piccolo Museo della Memoria e di un Centro interculturale aperto a giovani, scuole e associazioni, attualmente gestito da Dima, ente promotore di concerti e percorsi formativi.

Il Roseto, recentemente restaurato grazie alla collaborazione tra l’amministrazione comunale e Coingas, ospita oggi 76 rose bianche, simbolo di pace e di speranza. La sua piena fioritura, prevista per il mese di maggio, sarà un ulteriore omaggio alla vita e alla memoria collettiva.

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Tag: , , , Last modified: Aprile 25, 2025
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