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Un capolavoro perduto di Giorgio Vasari: il mistero irrisolto del furto alla Badia di Arezzo

Arezzo (martedì 15 aprile 2025) — Nel contesto delle celebrazioni per il 450° anniversario della morte di Giorgio Vasari (1511–1574), la città di Arezzo si trova a confrontarsi con una pagina dolorosa e irrisolta della propria storia artistica. Tra gli eventi commemorativi dedicati all’illustre artista e architetto aretino, emerge con forza simbolica l’assenza di un’importante opera pittorica rubata nel 1976 dalla chiesa delle Sante Flora e Lucilla, nota anche come Badia di Arezzo.

di Alice Grieco

Si trattava di un olio su tavola attribuito a Vasari, un tempo collocato in uno dei luoghi più significativi della spiritualità e dell’identità storico-artistica aretina. La sottrazione di quest’opera rappresenta non solo una grave perdita materiale per il patrimonio artistico nazionale, ma anche una ferita profonda per la memoria collettiva della città, privandola di un frammento autentico del proprio genius loci.

Secondo fonti attendibili, il furto dell’opera non risulta documentato da alcun atto formale di denuncia, e non si conservano verbali o relazioni relative all’episodio. Questo alone di incertezza contribuisce ad alimentare il mistero attorno alla vicenda, trasformandola in un autentico cold case della storia dell’arte italiana.

Nel luogo dove un tempo campeggiava il dipinto, oggi rimane soltanto un cartello che ne testimonia la scomparsa: un muto monito sull’urgenza della tutela del patrimonio culturale, spesso vittima di trafugamenti e depredazioni. L’unica testimonianza visiva sopravvissuta è costituita da un negativo fotografico conservato presso il Gabinetto Fotografico del Polo Museale Fiorentino, risalente ai primi anni del Novecento. L’immagine, databile tra il 1900 e il 1910, rappresenta una fonte documentaria di straordinaria importanza, accessibile oggi attraverso il catalogo online del Ministero della Cultura.

Il caso del dipinto vasariano rubato alla Badia di Arezzo solleva interrogativi fondamentali in merito alla salvaguardia del patrimonio artistico italiano. In occasione del 450° anniversario della morte di Giorgio Vasari, sarebbe auspicabile che le istituzioni culturali locali e nazionali promuovano un’azione di sensibilizzazione e, possibilmente, una riapertura delle indagini, anche attraverso la collaborazione con la comunità scientifica e artistica internazionale.

Rammentare ciò che è stato perduto è un atto di responsabilità nei confronti della memoria storica. Senza memoria non può esserci tutela, e senza tutela non è possibile garantire un futuro al nostro patrimonio culturale. Celebrare degnamente Giorgio Vasari significa anche confrontarsi con le lacune della nostra storia e agire concretamente affinché simili episodi non si ripetano e, laddove possibile, le opere trafugate possano essere restituite alla collettività.

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Tag: , , , Last modified: Aprile 15, 2025
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